04 settembre 2008

Quale identità?

Sto attraversando, ma da parecchio tempo, una certa crisi, forte o leggera non saprei. Ritengo mio dovere civico dedicare parte del mio tempo alla collettività. Ritengo che dovrebbero farlo tutti, in una forma o nell'altra, ognuno secondo le proprie inclinazioni. Associazionismo, politica, volontariato.
Nel nostro caso noi ci proponiamo ai nostri concittadini chiedendo loro la fiducia. Ma in base a quali elementi dovrebbero concedercela?Cosa abbiamo fatto, io, gli altri, per meritare la loro fiducia?
Qualcuno nel nostro gruppo è conosciuto per una valida, incisiva attività nelle associazioni e nel volontariato. Penso a Marina, a Marta. Penso a LuisaF, molto attenta ai temi dell'educazione che ha seguito da assessore nella passata amministrazione.
Altri, come Giorgio, Ignazio, hanno già ricoperto ruoli di responsabilità, da sindaco, da vice.
Altri, come Dario e LuisaG sono da sempre in vista come esponenti politici delle rispettive formazioni di provenienza.
Nel mio caso, invece, e le stesse considerazioni possono essere valide per altri, niente parla di me, se non qualche parola scritta sui vari siti internet.
Non ci sono fatti. E, soprattutto, non ci sono proposte. Dietro di me, a dare spessore e credibilità (o no) alle mie parole, solo il mio schema politico di riferimento. Solo il PD, oggi. Ieri i DS. Per altro non sono mai stato iscritto ai DS, e onestamente mi chiedo cosa significa oggi iscriversi al PD. Dietro di me solo la credibilità (o no) di una formazione politica che fatica ad esprimere una vera proposta. Cosa proponiamo agli elettori, se non una esile continuità rispetto alle esperienze politiche di provenienza? Alla fine, qual è lo schema teorico, politico di riferimento? Prima ancora di dire cosa pensiamo rispetto a temi specifici, l'alitalia, la magistratura, l'eutanasia, il lavoro, la disoccupazione, la spazzatura, dovremmo dire qual è l'idea fondante. Perchè altrimenti diventano solo problemi tecnici.
Cosa proponiamo agli elettori, oltre ad una "casa" per ospitare il loro smarrito senso di appartenenza? I nostri elettori, alcuni, si sentono "di sinistra". E cercano un approdo per il loro essere di sinistra. Altri si sentono cattolici, ed anche loro cercano casa. Cosa offriamo loro? Perchè dovrebbero votarci? Forse sono io che non leggo abbastanza, non mi informo. E' pur vero che non vado alle feste di partito, non ascolto i discorsi, non leggo gli editoriali. Ma cerco di informarmi attraverso altri canali, internet, la radio (radicale). Cerco di ascoltare tutte le voci, di destra e di sinistra. E mi accorgo che tutti fanno riferimento al passato. O alle situazioni contingenti, ai problemi attuali. Problemi che richiedono soluzioni tecniche, richiedono gente che sappia cosa fare e come farlo. Mancano le riflessioni sui massimi sistemi, che sono poi il motivo per cui un elettore dovrebbe preferire noi alla lega o a FI. Ossia i principi, l'ideologia di riferimento. Per anni si è lottato contro questa parola, ideologia, quasi fosse una bestemmia. Ma senza una ideologia, senza una serie di principi a cui riferirsi, cosa distingue una formazione politica dall'altra? E se i principi sono banalmente la solidarietà, la giustizia, tutti ormai se ne riempiono la bocca. La destra di oggi dice addirittura di ispirarsi alle parole d'ordine della sinistra. Brunetta si professa di sinistra, lo stesso fa Sacconi.
Tutti pretendono di ispirarsi a criteri di solidarietà, di giustizia, di efficienza.
Ci vuole un quadro ideale (ideologico?) di riferimento, che consenta di differenziare in maniera riconoscibile le politiche, che consenta di poter dire agli elettori "questa è la politica DI SINISTRA che vorremmo fare, questa è la politica DI DESTRA che NON vorremmo fare".
Purtroppo mi pare che questa differenziazione netta si stia perdendo. E che sia difficile, a giudicare dalle azioni di governo, capire se chi le esercità si ispira all'una o all'altra concezione della politica.
In realtà abbiamo finito per schierarci più che altro in base alle simpatie o alle antipatie.
Soprattutto in base ad un elemento principale, in base alla persona dell'attuale presidente del Consiglio. Ci dividiamo in berlusconiani ed antiberlusconiani. Neanche in prodiani e antiprodiani o veltroniani e antiveltroniani. L'unico punto di riferimento, in positivo o in negativo, sembra essere il cavaliere.
Da noi quelli che non lo stimano. Dall'altra parte quelli che invece lo adorano.
Ma davvero è questa la politica?
Davvero possiamo chiedere alla gente di interessarsi a questo? Al gioco della torre, a chi deve restare e chi dobbiamo invece buttare giù?
Mi pare, ancora una volta, che il problema sia l'identità politica.
Chi siamo?

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15 ottobre 2007

Cronaca di un successo

Cronaca di un successo.
Mi hanno incastrato a fare il presidente di seggio per le elezioni primarie del PD, a cascine. Non che abbiano dovuto fare troppa fatica, a dire il vero. Credo nella necessità di semplificare il panorama politico italiano. La nascita del PD, anche semplicemente come £fusione fredda" dei due partiti originari, mi pare una buona idea. Se poi da questa fusione dovesse vramente trarre origine qualcosa di nuovo, un modo più pulito ed attento di occuparsi ddelle reali esigenze del paese, allora avremmo fatto l'en plein. Per questo mi sono lasciato convincere ed ho deciso di dedicare a questa avventura parte del mio scarso tempo libero.

GIOVEDI
Riunione organizzativa a Gorgonzola. Un dirigente locale del (ex?) DS illustra ad una attenta platea di "addetti ai lavori" le modalità del voto, i punti focali da tener presente, i rischi, gli errori da evitare. I presidenti di seggio, i segretari, i vari responsabili locali bersagliono di domande il buon Sfreddo. Tutti ridono quando il rappresentante di Vaprio chiede come regolarsi qualora non dovessero bastare le schede elettorali. Suggerisce che ogni seggio debba vidimare solamente la parte delle schede che ritiene inizialmente di poter utilizzare. Dice "Se le vidimiamo tutte non sarà possibile, in caso di bisogno, passare delle schede non vidimate da un seggio che ne ha in abbondanza ad un seggio che invece le ha esaurite. Metti che a Trezzo vadano a votare in pochi, e che invece a Vaprio si abbia una affluenza superiore al previsto...". La sua richiesta, pur teoricamente corretta, suscita l'amara ilarità dei presenti. Gli viene risposto che già sarebbe un successo se si riuscisse a consumare la metà delle schede. Ma si conviene ugualmente di vistare inizialmente solo le schede che "ragionevolmente" si ritiene di dover utilizzare. Ossia il 30% o il 50% rispetto ai votanti del 2005, quando le primarie espressero Prodi come candidato premier del centrosinistra.
Sfreddo ci raccomanda poi la massima attenzione alla precisione ed alla correttezza. Nessuno deve poter gettare ombre su queste consultazioni, e qualcuno certamente ci proverà.

SABATO
Sto uscendo a cena con gli amici della leva del 53. E' la prima volta che mi capita, e mi capita in un paese che è il mio solo da pochi anni. E' molto piacevole, la gente è simpatica, accogliente. Prima di andare a cena passo a verificare che funzionino le chiavi del centro Polivalente di Cascine dove domani mattina dovremo allestire il seggio. Ahia! Primo problema. Le chiavi non funzionano. In una porta non entrano proprio, nell'altra non girano. Avverto subito chi mi ha dato le chiavi, ma rimediare di sabato sera non sarà facile. Decido che domattina porterò tavolo e sedie, se mai dovessimo restare all'aperto.

DOMENICA
Sveglia prima delle 6. Il regolamento dice che dovremmo trovarci alle 6 per preparare tutto ed essere pronti alle 7. Ma sono convinto che non ci sarà l'assalto alla diligenza, e convoco gli altri per le 6:45. Un quarto d'ora basterà per preparare il nostro seggio all'aperto!
Infatti ci accampiamo sotto i portici, davanti al centro polivalente. Poi però arriva dal Comune un enorme mazzo di chiavi. Non risolve il problema del Polivalente, ma almeno apre lo studio di pittura Giallo Ocra. Decidiamo di farci ospitare da loro, speriamo che non se la prendano a male!

I primi votanti arrivano verso le 8. E' meraviglioso vedere arrivare le persone. Alcune le conosciamo bene e non ci stupisce vederli arrivare a votare. Ma altri li conosco solo di vista, alcuni non li ho mai visti. E vengono, si fermano a chiacchierare, raccontano i loro problemi, chiedono, si informano. E, soprattutto, si capisce che si sono informati e vogliono partecipare. Vogliono dare una speranza alla politica, e sperano che sia una politica più pulita, più attenta alle loro esigenze.

Non vengono in molti. 26 in tutto, una percentuale inferiore al resto di Cassano, inferiore al resto d'Italia. Pochi. Ma buoni.

Il cellulare suona in continuazione. Sono quelli degli altri seggi che chiamano, per sapere come sta andando. Ad un certo punto chiamano da Vaprio. Hanno FINITO LE LORO SCHEDE! E chiedono se ci sono schede non vidimate da poter utilizzare. Ma certo! A Cascine ne abbiamo molte di più di quelle che potremo mai utilizzare. Beh, è tutta da ridere, ma si è verificato proprio quel che, ridendo, era stato ipotizzato giovedì scorso! Tutti avevano bonariamente preso in giro quelli di Vaprio, con la loro paura di restare a secco di schede, e.....

Nello studio Giallo Ocra c'è una radio. La uso, saltellando fra Radio24 e Radio Popolare, per ascoltare gli aggiornamenti. E tutte le notizie sono fantastiche! si parla di alta affluenza ovunque.
La giornata è dura. Alle 20 ci prepariamo a chiudere. Chiedo a Fabrizia di iniziare a verbalizzare. "Ma lascia aperti i totali. Chissà che non venga qualcuno all'ultimo minuto". E infatti arrivano in 3, da Cascina Lina! Come sono felice! Arrivano con molta voglia di votare e di parlare.

Ma la cosa che mi è piaciuta più di tutte è stato saluto che un signore è venuto a portarci. Aveva già votato, nel pomeriggio. E si era fermato a fare due chiacchiere. ma ha voluto tornare, per un ultimo saluto.

Il contatto con la gente è stato fantastico. Adesso, girando per Cascine, vedrò molte più facce amiche.

OGGI
Ho letto i titoli dei giornali, ascoltato la radio, visto i telegiornali. E siccome la mamma degli imbecilli è sempre incinta, subito chi non ama che la gente manifesti la sua voglia di politica attiva inizia a parlare di brogli. Subito da destra qualcuno ha iniziato a parlare di cifre non chiare, di numeri non credibili ed amenità del genere.
Oggi, a Striscia la Notizia, ho visto il prevedibile sketch dei falsi votanti che nessuno controlla e che vanno a votare in 4, 5 seggi diversi. Il tutto documentato dalle inevitabili riprese video e dai commenti salaci di Greggio e Iachetti.
E allora probabilmente erano false anche le pazienti code di votanti che abbiamo visto in molti telegiornali.
O forse, proprio dove le lunghe code imponevano una certa celerità, i controlli sono risultati insufficienti. Ma chi critica questi inevitabili errori non ha capito molte cose. Non ha capito che queste elezioni sono organizzate da volontari che hanno sacrificato ben più di una giornata a questa idea.
Non ha capito che chi andava a votare lo faceva per esprimere la propria partecipazione politica, non per imbrogliare qualcuno.
Gli unici imbroglioni, qui, sono quei poveretti che pur di fare spettacolo non esitano a buttare fango sull'entusiasmo delle persone oneste.

UN SUCCESSO
Perchè parlo di successo? A Cascine non è stato un gran successo. I votanti sono stati meno della metà rispetto al 2005. Ma 26 persone sono venute, in ogni caso, manifestando alla luce del giorno la loro voglia di partecipare. E poi, a Cassano ed in tutta Italia, la partecipazione è stata grandiosa. Alla faccia del target di minima che ci eravamo dati all'inizio. Avevamo detto "un milione di votanti sarà il limite fra successo e fallimento. Se votassero meno di un milione sarebbe un vero fallimento". Hanno votato in 3.4 milioni! Quasi lo stesso numero di persone che hanno votato per le primarie del 2005! Quella volta erano stati poco più di 4 milioni, ma il voto chiamava a raccolta tutto il centro sinistra, compresi verdi, rifondazione, socialisti ecc ecc. Adesso, invece, ci aspettavamo che votassero solo una parte dei DS e della Margherita. Invece la voglia di esserci e di partecipare è stata molto più forte del previsto, e sono venuti a votare anche molte persone che magari fanno riferimento ad altre forze politiche, o all'ala sininstra dei DS. L'anno fatto perchè in ogni caso un forte ed innovativo partito democratico è un valore per la nazione.

E' la cronaca di un successo.

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